Quanto si può prelevare in contanti allo sportello delle Poste o in Banca? Quante volte si sarete fatti questa domanda e quante volte l’avete chiesto al vostro cassiere o gestore di fiducia? Facciamo un pò di chiarezza sul tema; se infatti è vero che esistono dei limiti all’utilizzo del contante, bisogna capire bene a cosa si applicano questi limiti e cosa posso fare con i miei soldi “in contanti”.
Quali sono i limiti all’uso del contante
Chiariamo subito un concetto: non esiste alcuna legge che vieta di prelevare o versare contanti presso il proprio conto corrente postale o bancario; ne segue che non esiste alcun limiti al prelevamento/versamento di contante sul proprio conto corrente. Certamente risulta impensabile recarsi in Banca a prelevare cifre cospicue tutte in una sola volta, senza aver prima prenotato la cifra e/o chiesto al Direttore una disponibilità importante in “denaro contante“; ma in questo caso ci troviamo difronte ad un problema organizzativo e non legale: la Banca ha disponibilità limitate di contante e la utilizza per soddisfare quotidianamente le esigenze della clientela. Dietro opportuna prenotazione eseguita entro un termine congruo, non vi sarà alcun motivo per cui il vostro Sportello Bancario o Ufficio Postale non possa soddisfare le vostre necessità in denaro contante: i soldi sono i vostri e ne potete disporre come meglio credete.
Sebbene non vi siano limiti imposti dalla Legge al prelevamento o versamento di contanti, fare un ricorso frequente o anomalo ad operazioni in denaro contante, di qualsiasi importo, potrebbe far scattare una segnalazione di operazione sospetta che verrà trasmessa dall’Intermediario all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) per le indagini del caso.
Chiarito questo primo principio, veniamo adesso al limite all’utilizzo del denaro contante. Se è infatti vero che è possibile prelevare o versare qualsiasi importo in contante presso il proprio sportello bancario è altresì vero – e previsto da norme di Legge – che non possiamo utilizzare il contante per fare tutto quello che vogliamo, ma vi sono dei limiti e modalità con cui questi soldi possono essere utilizzati. Il principale limite all’uso del contante è quello legato al trasferimento del denaro da un soggetto ad un altro, detto limite oggi ammonta ad euro 3.000, il che significa che, se voglio pagare con denaro contante una prestazione o acquistare un bene o servizio, potrò farlo fino all’importo di 2.999,99 euro. Oltre tale cifra (dunque da 3.000 euro, incluso, in sù) dovrò obbligatoriamente utilizzare mezzi di pagamento “tracciabili“, come la carte di credito, il bancomat, gli assegni bancari e circolari non trasferibili, il bonifico bancario ed il vaglia postale. La tracciabilità di questi mezzi di pagamento permette, a chi ne faccia richiesta e abbia facoltà, permette di conoscere i soggetti (siano esse persone fisiche o giuridiche) che hanno dato seguito all’operazione di pagamento (chi paga e chi riceve un importo in denaro), l’ammontare complessivo dell’operazione, la data e la modalità utilizzata.
Le operazioni di prelievo e di versamento in banca non danno luogo a nessun trasferimento di denaro che rimane a disposizione del correntista.
Appare subito chiaro che questo limite all’uso del contante ha tra i suoi obiettivi cardine:
- la prevenzione e contrasto del riciclaggio.
- la prevenzione e contrasto all’evasione fiscale.
Legge di Stabilità del 2016
Vediamo adesso, nel dettaglio, la Legge che ha introdotto tali limiti:
La Legge di Stabilità del 2016 (Legge n. 208 del 28 dicembre 2015), ha apportato modifiche alle disposizioni sull’utilizzo di denaro contante, titoli al portatore, libretti al portatore e assegni trasferibili sanciti dall’articolo 49 del decreto legislativo n. 231 del 21 Novembre 2007. Vediamo nel dettaglio la norma in vigore:
E’ vietato il trasferimento di denaro contante o di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, quando il valore dell’operazione, anche frazionata, e’ complessivamente pari o superiore a 3.000 euro. Il trasferimento può tuttavia essere eseguito per il tramite di banche, istituti di moneta elettronica e Poste Italiane S.p.A (…) Gli assegni bancari e postali emessi per importi pari o superiori a 1.000 euro devono recare l’indicazione del nome o della ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilità.
E’ importante chiarire fin da subito che il trasferimento di denaro contante è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti inferiori alla soglia chea ppaiono artificiosamente frazionati.